Gears of War 3 - Prologo
"Quindi, deve finire così...La Coalizione dei Governi Organizzati ha cessato di esistere.
Il presidente Prescott ci ha abbandonati molto tempo fa...non possiamo più fingere di essere un governo.
E' iniziato tutto con l'E-Day, quando sono emerse le Locuste e ci hanno sopraffatto.
Abbiamo provato a fermarle con il Martello dell'Alba, bruciando le nostre città, uccidendo milioni di persone...ma esse continuavano ad arrivare.
I sopravvissuti al Martello dell'Alba, gli Arenati, non volevano scendere a patti con un governo che sacrificava i propri civili. Alla fine, dopo ben 15 anni di lotta, abbiamo dovuto sacrificare l'ultima roccaforte umana: Jacinto. Abbiamo affondato la città e fermato l'esercito delle Locuste. La guerra era finalmente finita.
Ridotti a profughi, trovammo un'isola remota dove ricominciare...ma alcune cose non si possono ricostruire: i cuori spezzati, le anime infrante.
Poi fu la volta di un nuovo nemico, ancora peggiore degli altri: i Lambent.
Essi si stanno diffondendo su Sera, uccidendo qualunque cosa si trovi sul loro cammino. Li abbiamo trattenuti quanto potevamo, ma ormai siamo ridotti allo stremo. La nostra unica speranza è abbandonare l'isola e dividerci. Alcuni di noi si stabiliranno sulle navi rimaste, altri rischieranno e torneranno sulla terraferma.
Buona fortuna colonnello! Perchè siamo tutti... Arenati, ora.
Qui parla l'ex tenente Anya Stroud, passo e chiudo."
(EX TENENTE ANYA STROUD, LASCIANDO UN MESSAGGIO NEL DIARIO DI BORDO)
SOGNO DI MARCUS - CELLA DELLA PRIGIONE E RESIDENZA FENIX
Ritrovarsi di nuovo nella stessa cella ammuffita, di fronte a quella stessa parete che aveva osservato per quattro anni della sua vita aveva un che di grottesco e inquietante, un pò come i Polyp che nel frattempo cercavano di creare un varco sul tetto per attaccarlo.
Marcus riconobbe improvvisamente un bagliore piuttosto familiare, la luce del saldatore del piccolo bot Jack che stava sfondando la spessa porta di acciaio che lo separava ancora una volta dalla libertà. Stavolta però, di fronte a lui non apparve Dom, bensì Anya.
La ragazza indossava ancora l'uniforme del Controllo, molto diversa dall'armatura che ormai indossava da diverso tempo, e diede a Marcus un borsone contenente il suo equipaggiamento.
Tutto era tremendamente offuscato e confuso, ma al contempo incredibilmente reale.
Anya lo invitò a seguirla spiegandogli che Adam aveva ancora bisogno di lui. Marcus sapeva che suo padre era morto da anni, ma infondo sperava ancora di poterlo incontrare, così la seguì istintivamente attraverso il corridoio della prigione.
Le pareti smunte e grigie assumevano ad ogni passo un colorito che gli ricordava molto la tappezzeria della sua vecchia casa. In effetti una volta giunto all'uscita egli si ritrovò nel cortile della Residenza Fenix.
Adam fu sconvolto alla vista di Marcus e Dom, che ora era al suo fianco pronto a combattere per difenderlo. Invitò entrambi a lasciare la residenza prima che fosse troppo tardi, e menzionò una ricerca che non poteva interrompere, ma Marcus non aveva alcuna intenzione di fallire di nuovo. Avrebbe salvato suo padre come avrebbe voluto fare sei anni prima.
Con lui vi erano anche Anthony e Benjamin Carmine, altri due Gears membri della squadra Delta che avevano perso la vita nella straziante lotta contro le Locuste.
Marcus si mise in copertura e aprì il fuoco sui nemici nel disperato tentativo di rimediare al passato. C'erano ancora tante, troppe cose che avrebbe voluto chiedere al padre, mentre tutto ciò che sapeva di lui era che da sempre era coinvolto in qualche modo con quell'atroce e insensata guerra.
Finalmente giunse il Raven di soccorso che avrebbe dovuto portarli in salvo, ma questo venne investito da un'esplosione e precipitò contro la residenza facendo crollare una parete di mattoni. Adam si trovava proprio lì sotto e ancora una volta Marcus non riuscì a salvarlo dalla morte.