Le prime pagine del fumetto
Riassunto dell'Atto Quattro
“Quando hai ben poche possibilità di farcela, quando ti sembra di non avere alcuna speranza… a volte la migliore strategia è quella di affrontare il problema di petto. Buttarti con il fucile sparando a tutto spiano e sperando che ogni cosa vada per il meglio.
Altre volte è in assoluto la cosa più stupida che tu possa fare.”
(CAPORALE JACE STRATTON.)
DA QUALCHE PARTE, TRA MONTEVADO E FUCKED.
Jace si sentiva invulnerabile. Cercò di prendere i nemici alla sprovvista correndogli incontro, ma il Brumak non era un nemico che si faceva spaventare da un avversario così piccolo.
Quando il ragazzo arrivò ai suoi piedi venne accolto da una scarica di razzi che lo sbalzarono lontano. Non era morto. Marcus gli andò incontro cercando di svegliarlo. Dom e Barrick avevano trovato un riparo e voleva trasportare il soldato al sicuro. Affrontare un nemico così grosso con i Lancer era impossibile. Occorreva artiglieria pesante.
Jace era agitato e voleva correre da Lily per portarla in salvo, ma quella era un’altra mossa azzardata che avrebbe potuto farli uccidere tutti. La bambina era nello Junker. Finchè loro fossero rimasti in vita per tenere lontani i nemici, lei sarebbe stata al sicuro.
Marcus ordinò ai compagni di sparpagliarsi, in modo che il pilota del Brumak non sapesse su chi concentrarsi. La creatura sparò comunque i suoi razzi, anche se non andarono a segno. La situazione stava peggiorando drasticamente e ormai non c’era più nulla da fare che sperare. Fenix fu costretto a chiamare rinforzi usando le onde corte.
Qualche secondo prima che il Brumak si preparasse a colpire di nuovo, qualcosa distrusse una delle sue mitragliatrici con un’esplosione assordante. Una voce familiare stava sbeffeggiando il mostro e lo esortava ad affrontare qualcuno della sua taglia.
Il Boomshot di Cole stava ancora fumando, quando Baird gli suggerì di tornare in fretta all’interno del carro armato. Avevano attirato l’attenzione della gigantesca creatura e ora non potevano stare fermi ad attendere il suo contrattacco.
Marcus era lieto di vedere i vecchi compagni arrivare giusto in tempo per salvarli. Saltò sul Centauro e ordinò a Baird di recuperare il resto della squadra poco più avanti. Baird non sopportava Marcus e non perdeva occasione per ridicolizzarlo, anche se alla fine obbediva sempre ai suoi ordini.
Arrivati dai compagni, Marcus disse loro di rifugiarsi all’interno del veicolo, ma Jace era preoccupato per le sorti della bambina e non voleva lasciarla indietro. Fenix lo ammonì e lo costrinse a salire. Una volta che furono tutti a bordo, Baird si destreggiò in diverse manovre evasive, lusingato da Cole per le sue prodezze alla guida.
Quando il Brumak si addentrò nella gola, Marcus urlò a Baird di sparare. Damon colpì la roccia usando il cannone del Centauro. Milioni di detriti caddero sul Brumak che venne maciullato e sconfitto.
La creatura non era più un problema e Jace fu finalmente libero di correre da Lily per controllare se fosse viva. Perdere un’altra creatura innocente avrebbe ucciso di nuovo una parte di lui, come all’E-Day quando perse la famiglia. Il destino però fu buono. La bambina era spaventata, ma era sana e salva.
Tutti i Gears si accamparono per recuperare le forze. Mentre Cole raccontava le sue avventure come giocatore professionista di Thrashball a Jace e Lily, Marcus stava aggiornando Baird sulla loro missione. Damon suggerì alla squadra di tornare a Jacinto con il Centauro, dato che il loro mezzo non si sarebbe più spostato da lì, ma loro dovevano recarsi a Montevado. La missione era la cosa più importante in quel momento.
Nel retro del carro armato c’erano due moto con sidecar corazzati e armati. Ora avevano un mezzo di locomozione, con carburante sufficiente a raggiungere il luogo prestabilito. Tuttavia non c’era spazio per Lily e soprattutto era un posto troppo pericoloso per lei.
A malincuore Jace accettò che la bambina tornasse a Jacinto con Cole e Baird, anche se quest’ultimo aveva molte cose in contrario, nonostante lo spazio all’interno del Centauro fosse più che sufficiente a trasportare loro e la bambina.
MONTEVADO, ALTOPIANO DI JACINTO. EPHYRA.
Il carburante bastò a malapena per portarli fino a Montevado, ma finalmente erano riusciti a raggiungere la città. Marcus aveva chiesto a Baird di far mandare un Raven a prelevarli il giorno dopo, dando per scontato che sarebbero sopravvissuti. Era molto ottimista.
Una volta inoltrati all’interno della città, fu spontaneo per Barrick chiedere ai compagni come avrebbero fatto a rilevare le scosse sismiche. Il COG non li aveva forniti di nessuna tecnologia per rilevare le vibrazioni di quel posto.
Marcus decise quindi di divedere le squadre. Lui e Barrick e Dom e Jace. Entrambe avrebbero dovuto tenere un basso profilo ed addentrarsi di più, cercando di capire cosa succedeva.
Jace cercava di rimanere positivo e chiese a Dom se avevano qualche possibilità di trovare i genitori di Lily. Dom gli rispose che la speranza era l’unica cosa che gli consentiva di andare avanti e che sarebbe stato stupido arrendersi proprio a quel punto della missione.
Marcus invece, preso dalla curiosità chiese a Barrick se aveva una famiglia. L’uomo non l’aveva, anche se solitamente il programma Lifeboat consentiva agli Arenati con parenti stretti di entrare nell’esercito mentre i propri cari venivano nutriti e tenuti al sicuro all’interno delle mura di Jacinto. Michael era stufo della vita che faceva e aveva scelto di diventare Gear solo per combattere le Locuste e dare un senso alla propria esistenza.
L’altra squadra stava proseguendo all’interno degli edifici crollati, quando un Arenato apparve dal nulla. Era sorpreso che qualcuno fosse giunto fino a Montevado. La città era abbandonata e pericolosa e se non fosse stato per le scosse, di sicuro nessuno ci sarebbe andato.
Insieme a lui vivevano altri Arenati sopravvissuti. Voleva che i Gears portassero via tutti da quella città, ma Dom non poteva accontentarlo, soprattutto non prima di aver completato la missione. Tuttavia si stava facendo buio e di notte era ancora più pericoloso stare in un luogo del genere.
Barrick intanto stava fumando. Marcus non era d’accordo con quell’abitudine malsana. Spesso lo vedeva sputare del sangue che arrivava dai polmoni, segno che la sua salute peggiorava di giorno in giorno. Quegli attacchi di tosse però, non erano dovuti al fumo, ma a qualcosa di ben peggiore.
Di colpo l’altro gruppo fu attaccato da un considerevole numero di Wretch. Essi colpivano sempre in gruppo e in quel momento erano solo uno dei tanti pericoli. L’Arenato ignorò l’ordine di Jace di stare uniti e finì mangiato vivo dai piccoli mostri. Nello stesso momento anche Marcus e Barrick venivano attaccati.
I Wretch sembravano non finire mai, quando ad un tratto tutta la città tremò e di Montevado rimase solo un cratere fumante.