Aspho Fields - Capitolo Diciannove
Cosa mi sta dicendo, che i Pesang non possono ricevere la Embry Star? Ma che stronzata razzista è questa?Bisogna essere sconfitti dai COG prima di ricevere un riconoscimento? I Pesang hanno combattuto con noi volontariamente, come rappresentanti di un paese libero. Questo li rende doppiamente più importanti e valorosi degli uomini dei paesi che abbiamo conquistato.
(MAGGIORE VICTOR HOFFMAN ALL’AIUTANTE DEL GENERALE, QUARTIER GENERALE 26° RTI, AL TERMINE DEL RAPPORTO SU ASPHO POINT, INDICANDO CHI MERITASSE MEDAGLIE ED ENCOMI.)
CNV POMEROY, DA QUALCHE PARTE AL LARGO DELLA COSTA DI OSTRI; SEDICI ANNI FA, QUALCHE ORA DOPO L’OPERAZIONE LIVELLA.
Al termine dell’operazione Dom desiderava più di ogni altra cosa far sapere a Maria che era sopravvissuto per non farla preoccupare ulteriormente.
Avrebbe potuto sentire finalmente la sua voce grazie al ripristino del satellite.
La Pomeroy teneva le luci del ponte spente nell’attesa di allontanarsi a sufficienza dalla costa di Ostri per non essere individuata dai cacciabombardieri degli Indipendenti.
La notizia delle gesta eroiche compiute dal ragazzo nel frattempo era corsa velocemente, e tutti a bordo lo lodavano per il suo coraggio.
Dom tuttavia non si sentiva affatto sereno, durante la battaglia molti dei suoi compagni erano morti e i loro volti erano rimasti incisi nella sua memoria a tal punto da non lasciarlo dormire ogni volta che provava a sdraiarsi nella sua cuccetta.
Quella sensazione lo preoccupava non poco, ma era certo che con la rassicurante presenza di Marcus e Carlos, tutto si sarebbe sistemato in seguito.
Erano le 02:30 quando attraversò le scale e i corridoi per giungere presso l’hangar dove era previsto l’atterraggio di un Raven.
Hoffman si affrettò per raggiungerlo e pacatamente gli disse che probabilmente il suo coraggio gli sarebbe valso la stella di Embry.
Dom cercò di far comprendere al maggiore che non desiderava affatto un riconoscimento di tale valore e dall’imbarazzo di Hoffman iniziò a comprendere che stava accadendo qualcosa di insolito.
La sensazione si acuì nel momento in cui vide Marcus scendere dal Raven.
Il suo aspetto era terribile e ciò che più lo fece vacillare fu constatare che Carlos non era sceso assieme a lui.
Bernie Mataki, che si era appartata per qualche minuto con Marcus e sembrava averlo incoraggiato con un discorso, si avvicinò ai due e strinse la mano a Dom.
Fu in quel momento che il ragazzo sentì scivolare il controllo dalle proprie mani, ma la sua mente non riusciva ancora a concepire il vero significato di quel gesto.
Iniziò subito a minimizzare, affermando che si sarebbero presi cura lui e Marcus di suo fratello, e che una ferita di guerra si può sempre guarire.
Marcus avanzò lentamente attraverso il ponte; si reggeva a stento in piedi e teneva stretta nel pugno la sua bandana.
Le uniche parole che uscirono dalle sue labbra furono delle scuse, apparentemente senza significato.
La realtà che Dom conosceva era andata in frantumi, e sentì improvvisamente crescere dentro di sé una voragine che nemmeno il tempo avrebbe saputo colmare. Era davvero la fine del mondo.
HOUSE OF SOVERIGN, JACINTO; CINQUE SETTIMANE DOPO.
La cerimonia di premiazione aveva luogo presso la Dimora dei Sovrani, e come di consueto non mancavano le troupe di giornalisti pronti a scattare fotografie ai giovani eroi della guerra.
La sala delle premiazioni era estremamente lussuosa e raffinata: splendide colonne di marmo rosso e marrone la ornavano con eleganza, e alle pareti erano affissi i quadri degli Allfathers entro cornici d’oro scintillanti.
I Gears indossavano tutti la loro migliore uniforme da parata e alla celebrazione erano presenti anche i familiari delle vittime.
I Santiago tuttavia non si erano presentati; il dolore per la perdita del loro adorato figlio era decisamente troppo grande per trovare un motivo per festeggiare.
Marcus, Dom e Anya si erano appartati lontano dai fotografi, e i due cercavano di proteggere la ragazza dagli occhi indiscreti dei curiosi. Nessuno di loro aveva ancora trovato la forza di voltare pagina.
Uno dei giornalisti, molto giovane e spigliato, si avvicinò ad Hoffman e iniziò a porgli delle domande alle quali il colonnello evidentemente non voleva rispondere.
Lo caccio infatti in malo modo dando una risposta sommaria alle sue insistenti interrogazioni.
Si rese subito conto però che quell’atteggiamento avrebbe colto l’attenzione dei PR del presidente Dalyell.
Uno di loro, dopo averlo preso sotto braccio lo invitò a non far trasparire un’immagine negativa della guerra, poiché non avrebbe giovato al giudizio dell’opinione pubblica.
I giornalisti nel frattempo avevano trovato dei soggetti ben più interessanti di lui.
L’eroico quadretto formato da Fenix, Santiago e Stroud attirava infatti tutta la loro attenzione. Erano giovani, coraggiosi e profondamente turbati.
La cerimonia fu piuttosto breve e furono distribuiti numerosi riconoscimenti.
Hoffman si trovò improvvisamente di fronte al presidente, e decise di sfidare la sua autorità ancora una volta.
Sapeva che una provocazione diretta gli sarebbe costata probabilmente la carriera, ma desiderava più di ogni altra cosa rendere onore ai suoi alleati: i Pesang.
Prima che potesse uscire dalla sala fu improvvisamente fermato da un fotografo che lo aveva raggiunto rapidamente senza farsi notare.
Superato l’ostacolo con discreta facilità, finalmente poté isolarsi per qualche istante presso il giardino della Tomba del Milite Ignoto.
Dall’altra parte del viottolo poteva vedere la nuova lapide che era stata preparata a seguito della cerimonia.
Quello era il luogo di eterno riposo dell’ancora ventenne Carlos Santiago.
Attraverso il sentiero lo raggiunsero in seguito anche Marcus e Dom, che lo invitò ad unirsi a loro quella sera stessa per una cena con il professor Fenix e Anya.
Hoffman rifiutò gentilmente l’invito e si avviò verso la macchina che lo stava aspettando in fondo alla via.
Mentre camminava però, si voltò per dare un ultimo sguardo alla tomba e ciò che vide lo turbo profondamente.
Marcus si era inginocchiato di fronte alla lapide e aveva estratto un coltello.
Dopodiché aveva iniziato a scavare un piccolo buco, e quando terminò l’operazione si tolse la propria Embry Star e la pose nella cavità, richiudendola con la terra e i pezzi di granito che si erano staccati dalla pietra.
Hoffman non conosceva bene Fenix, ma quel gesto gli fece comprendere quanto quella perdita lo avesse segnato e quanta sofferenza dovesse provare in quel momento.
Improvvisamente tutto fu più chiaro nella sua vita e aveva finalmente compreso cosa avrebbe dovuto fare.
Giunto a casa infilò la propria Embry Star in una busta assieme ad un assegno e una lettera indirizzata alla vedova di Bai Tak. Questo sarebbe valso per lui più di mille riconoscimenti.
HOTEL REDOUBT, BARRICATA EST, STESSO GIORNO, PIU’ TARDI.
La cena presso il ristorante si svolse come previsto nel più assoluto silenzio.
Del resto nessuno aveva voglia di parlare in momento come quello.
I genitori di Dom abbandonarono la cena prima del dolce per dare il cambio alla babysitter, e forse questo fu per loro un sollievo.
Quel luogo così lussuoso e raffinato metteva a disagio anche Dom più di quanto potesse immaginare.
Anche Marcus non sembrava particolarmente tranquillo, e probabilmente parte di tale tensione era dovuta alla presenza di suo padre.
Il professor Fenix dal canto suo non sapeva gestire quel tipo di situazioni, in cui i sentimenti sono allo scoperto e basta un passo falso per ferirli.
Decise comunque, probabilmente spinto dalla volontà di dimostrarsi vicino a Dom, di chiedergli cosa avrebbe fatto della Embry Star di Carlos.
Il ragazzo non poteva nemmeno immaginare che potesse esistere la possibilità di donare al museo la testimonianza della morte del proprio fratello.
Tuttavia rispose con la sua solita semplicità e affermò di averla data ai propri genitori perché ne conservassero il ricordo.
Fu poi la volta di Anya, che si trovava seduta fra lui e Marcus in forte stato di agitazione.
Alla domanda che le venne posta rispose con fermezza e decisione. Cosa che nessuno si sarebbe aspettato da lei. Evidentemente stava avvenendo un cambiamento e Marcus le offrì uno sguardo carico d’attenzione per darle il suo sostegno.
Ormai nessuno di loro voleva più aspettare ad andarsene. Sia Anya che Marcus avevano bevuto vino più del necessario e la ragazza sentì di dover abbandonare la cena.
Anche Dom desiderava lasciare quel posto per rimanere solo con la propria moglie e i propri figli.
Aveva un tremendo bisogno di stare con la sua famiglia.
Anya si alzò per riprendere la sua giacca e Dom si offrì di chiamarle un taxi e Marcus la accompagnò a casa.
Dom sperava davvero che tra i due potesse nascere qualcosa.
Erano entrambi soli, e sembrava esserci dell’intesa.
Passò la notte sul divano, abbracciato a Maria e ai suoi due figli.
Non voleva lasciarli andare per nulla al mondo e non riusciva nemmeno a chiudere gli occhi.
Le vicende accadute lo avevano sconvolto non solo per la terribile sofferenza provata nella perdita di Carlos, ma anche nelle sue certezze per il futuro.
Ora non era più certo di voler tornare in servizio. Nessuno sarebbe più stato lo stesso dopo la battaglia di Aspho Point.