Aspho Fields - Capitolo Tredici
“Fisicamente i commando non sono molto diversi dal cittadino medio, a parte il fatto che sono molto più in forma al termine dell’addestramento. Mentalmente però, sono già, o diventano, un’altra specie. Li addestriamo perché capiscano – e credano – di poter fare qualunque cosa. Sono il loro atteggiamento mentale, l’assoluta fiducia in sé stessi e la tenacia, a renderli unici.”
(COLONNELLO KIMBERLEY ANDERS, RESPONSABILE ADDESTRAMENTO COMMANDO, DURANTE UNA RIUNIONE DEL COMITATO DI DIFESA COG SULLA NECESSITA’ DI CREARE UN’ARMATA PERMANENTE DI COMMANDO.)
BLOCCO ALLOGGI, ASPHO POINT; OPERAZIONE LIVELLA, VENTI MINUTI DOPO LO SBARCO.
Hoffman non aveva ancora la certezza che tutto sarebbe andato secondo i piani.
Aveva accettato di svolgere in prima persona quella missione per non costringere dei giovani commando ad affrontare da soli dei civili disarmati, tuttavia temeva di trovarsi in difficoltà e prendere la decisione sbagliata.
Il buio e il silenzio regnavano sovrani e mentalmente il colonnello ripeteva i nomi dei suoi bersagli per facilitarsi il lavoro: Ivo, Meuring e Bettrys, mentre avanzava assieme al plotone rosso.
La mappa che gli era stata fornita dall’Intelligence sembrava corrispondere perfettamente e li condusse di fronte ad un portone doppio chiuso da una semplice serratura.
I membri della squadra si divisero e si posizionarono alle due pareti del corridoio, pronti a fare irruzione.
In pochi istanti il silenzio fu divorato dalle urla delle persone presenti nel dormitorio.
I loro volti erano illuminati dalle luci verdi dei fucili e apparivano tremendamente spaventati e disorientati.
Hoffman ordinò agli uomini e alle donne di recarsi nella sala comune nella quale sarebbe avvenuta l’identificazione.
Non avevano l’aspetto di scienziati nemici, del resto indossavano tutti un pigiama o dei pantaloncini e una t-shirt.
Hoffman si rivolse ad uno di loro e gli ordinò di identificarsi. L’uomo, che era identico ad uno dei soggetti delle fotografie del colonnello, affermò di essere Maurice Ivo.
Sentendo il suo nome Hoffman gli fece indossare delle manette e lo separò dal resto del gruppo. Riprese ad osservare gli ostaggi e tra loro riconobbe anche Collum Bettrys.
Mancava solamente Anna Meuring, una donna sui quaranta che sembrava non essere presente. Prese quindi la parola una ragazza che le somigliava.
Dopo aver dichiarato di essere la figlia della Meuring, ella affermò che ormai sua madre era lontana e non l’avrebbero più ripresa ed egli decise quindi di garantirsi la collaborazione della scienziata prendendo in ostaggio la ragazza.
In quel momento Ivo chiese cosa ne avrebbero di fatto di loro e del resto degli ostaggi.
Hoffman si limitò a spiegare che, essendo scienziati, sarebbero serviti al COG, mentre il resto degli ostaggi sarebbe stato liberato non appena avessero evacuato l’edificio.
Egli sapeva tuttavia che probabilmente non avrebbero avuto modo di salvarsi poiché una volta lasciata la base, avrebbero lanciato un attacco dal mare per radere al suolo l’intera zona e cancellare ogni traccia.
Preferiva di gran lunga questa soluzione, che seppur drastica, gli avrebbe risparmiato l’oneroso dovere di sparare a sangue freddo a dei civili.
ASPHO POINT, EDIFICIO PRINCIPALE; PLOTONE VERDE.
Dom si trovava nell’atrio scarsamente illuminato che precedeva l’entrata di un stanza.
Il bot Frank inserì la combinazione per aprire la serratura e dopo qualche istante Dom fu attaccato dalla guardia.
Era un uomo piuttosto corpulento ma poco minaccioso. Possedeva infatti solo l’arma di ordinanza.
Prima che egli potesse reagire tuttavia Shim Kor intervenne usando il suo machete e uccise rapidamente l’uomo, lasciando Dom incredulo per qualche istante.
I due bot avanzarono nel corridoio buio e d egli fece cenno di proseguire.
Secondo la mappa al piano terra dovevano trovarsi server, negozi ed officine.
Scendendo però, essi riuscirono a vedere solamente una debole luce blu ad intermittenza.
Avvicinandosi scoprirono che si trattava di uno schermo che trasmetteva delle immagini in movimento.
Si prepararono all’irruzione e Dom sperava di trovare almeno in quella stanza un nemico armato, pronto a sostenere il fuoco.
La mancanza di un bersaglio preciso lo stava facendo impazzire.
Una volta entrati nella stanza i commando videro una donna, intenta a guardare in televisione un notiziario che trasmetteva in diretta le immagini del finto attacco a Berephus.
La donna non si era minimamente accorta della loro presenza poiché indossava delle cuffie.
Dom e Timiou le si pararono davanti illuminandola con la luce dei loro fucili.
Lei non si mise ad urlare ma si limitò a respirare faticosamente tenendo gli occhi sbarrati, probabilmente cercando di identificare i due uomini.
Dom la prese per un braccio e la trascinò giù dalla sedia dicendole di levarsi le cuffie.
La donna era terrorizzata e non rispondeva alle sue domande, riusciva solamente a implorarli di non ucciderla.
Intervenne quindi Timiou che parlò pacatamente alla donna fingendo si trattasse di un’esercitazione.
La sua idea sembrava funzionare e riuscì a farsi dare le informazioni che cercavano.
Si trattava di una stanza dedicata ai server e lei era un semplice addetto alle reti.
Tuttavia una notizia fece notevolmente preoccupare Dom.
La donna affermò che si sentiva sicura poiché gli Indipendenti possedevano una copia del progetto che stavano proteggendo presso Osigcor.
Timiou condusse la donna fuori dalla stanza rassicurandola e ordinò a Frank di ispezionare la stanza.
Dom era certo che se avesse comunicato la notizia in radio sarebbe esploso il delirio.
Aprì comunque un contatto con la Kalona e chiese all’agente Settile cosa fosse Osigcor.
La donna rispose immediatamente spiegando che si trattava dell’acronimo della base militare a nord, ed era indicata sulla mappa con il nome di Peraspha.
Dom dovette quindi informarla della presenza della copia del progetto.
La notizia fu terribile e anche Hoffman era in ascolto. Affermò di aver recuperato due bersagli su tre e chiese a Michaelson di preparare la Merit per lanciare l’attacco.
Uscito dalla porta, Dom sentì Debrah piangere. Timiou aveva stretto la presa sul suo braccio e lei tentava di divincolarsi.
Aveva visto il cadavere della guardia, Natan e aveva finalmente compreso quale fosse la situazione.
Dom decise di lasciarla andare per permetterle di allontanarsi dalla base prima che venisse rasa al suolo.
Il tempo era ormai scaduto e dovevano recuperare gli ultimi dati in fretta.
Controllò il piano superiore assieme ai Pesang quando all’improvvisò la voce di Banjafiled risuonò nell’auricolare e annunciò un contatto nemico.
Si trattava di un gommone con circa sei o otto uomini.
Era finalmente giunto il momento di sostenere un vero combattimento.
ASPHO FIELD; OPERAZIONE LIVELLA, VENTI MINUTI DOPO LO SBARCO.
Carlos si era posizionato dietro una mitragliatrice e attendeva un segnale di battaglia da Aspho Point.
Il cielo era ancora buio e non riusciva a scorgere nulla.
Marcus lo rassicurò facendogli notare che si trattava di una squadra di commando e che il loro compito era infiltrarsi e uscire nel minor tempo possibile senza ingaggiare scontri a fuoco.
I Gears si erano sparpagliati sulla costa a sud del canale principale mentre Carlos osservava la strada e il ponte che lo raggiungeva.
Era incuriosito degli alberi che erano cresciuti in una palude così salata e chiese a Marcus delle spiegazioni.
Egli aveva una cultura piuttosto vasta sulla biologia e sulla chimica, del resto gli erano state impartite delle lezioni con lo scopo di trasformarlo in uno scienziato.
Carlos osservò i bagliori provenienti dalla Merit che lanciava attacchi a nord est verso Berephus.
Nel frattempo Kennen, Mataki e Stroud guadarono un fosso e si fermarono ad ascoltare la radio.
Anche Carlos ascoltò la comunicazione e notò che Anya aveva preso il comando al Controllo.
La voce della ragazza appariva particolarmente tesa mentre comunicava alla madre che l’operazione era vicina alla sua conclusione, e Cleaner attendeva che la squadra di commando terminasse di recuperare i dati per lanciare l’attacco dalla costa.
Avvertì inoltre il maggiore del contatto nemico proveniente dal mare e Stroud affermò che avrebbero fornito il supporto necessario in caso di bisogno.
La compagnia C aveva portato con sé dei missili Longspear, in grado di radere al suolo qualunque cosa ed erano pronti a intercettare il nemico.
Carlos non poteva fare a meno di pensare a Dom. Sapeva che per lui era giunto il momento di combattere e avrebbe voluto sostenerlo di persona.
Marcus immaginava quanto fosse grande la sua preoccupazione e cercò di riportarlo alla concentrazione.
Chiese quindi al compagno di osservare la zona del ponte e Carlos riuscì a vedere nel buio qualcosa in movimento.
Marcus stava già caricando il suo lanciamissili e attendeva l’ordine di fare fuoco.
Carlos comunicò il contatto nemico e anche Kennen confermò il contatto.
Stroud chiese a Bernie di verificare se vi fossero delle presenze a sud, dopodiché diede a Marcus l’ordine di proseguire.
Egli prese la mira per colpire l’APV di testa e assieme a Carlos aprì il fuoco.