Fine di una Coalizione - Capitolo Quattro
“Alle ore 10:00 di questa mattina, l’Unione delle Repubbliche Indipendenti ha firmato una resa formale alla Coalizione dei Governi Organizzati e ha concluso un trattato di pace. E’ con profondo sollievo che vi annuncio che le Guerre Pendulum sono giunte ad una fine, e che il COG e l’UIR inizieranno un programma di riconciliazione e ricostruzione per curare le terribili cicatrici --- individuali e nazionali --- che questo lungo, terribile conflitto ha lasciato su Sera. Noi ci auguriamo che lo stato di Gorasnaya accetterà la nostra offerta di riconciliazione e converrà formalmente alla cessazione del fuoco in linea con gli altri stati dell’UIR.”
(ANNUNCIO UFFICIALE DEL PRESIDENTE TOMAS DALYELL AI CITTADINI DEL COG, SEI SETTIMANE PRIMA DELL’E-DAY. QUINDICI ANNI PRIMA.)
HANOVER, SUD DI TYRUS: SEI SETTIMANE DOPO LA FINE DELLE GUERRE PENDULUM.
Cole si trovava nella sua limousine e osservava compiaciuto i risultati della notte brava delle truppe rincasate ad Hanover. Poteva addirittura vedere appeso ad un lampione dell’intimo femminile che svolazzava con il vento. La città sapeva per certo come festeggiare ottant’anni di guerra.
Egli non riusciva a credere che fosse davvero finita, e in cuor suo si pentiva di non aver insistito con il suo agente per arruolarsi e dare il suo contributo come cittadino.
Augustus Cole era un ragazzo come tutti gli altri e non apprezzava l’idea di sentirsi diverso solo per la fama e il denaro. Più volte aveva ricordato ai suoi fan che era esattamente uguale a loro, ma il suo agente gli aveva espressamente chiesto di non farlo più. La gente aveva bisogno di credere in un idolo e Cole doveva mantenere il suo alone di superiorità.
L’autista della Limousine, Josef, gli chiese se fosse ancora intenzionato ad acquistare l’appartamento in città che aveva visitato qualche tempo prima. Cole desiderava far trasferire i parenti ad Hanover per essere più vicino a loro, ma avrebbe certamente avuto delle difficoltà a convincere la madre ad accettare un simile regalo.
Josef gli chiese se poteva ascoltare il bollettino del traffico alla radio, e dopo qualche minuto la trasmissione fu interrotta dal servizio di un reporter nella zona di Jannermont. L’uomo parlava di un attacco alla città e della necessità di evacuare i civili. Cole si sentì immediatamente male; i suoi parenti vivevano lì e doveva assolutamente chiamarli per assicurarsi che stessero bene. Il reporter affermò che delle creature dall’aspetto squamoso e grigio erano emerse dal terreno, e che portavano con sé delle armi.
Improvvisamente però il collegamento fu interrotto la giornalista del notiziario riprese a parlare in tono calmo spiegando che si trattava di qualche sorta di alieni, o di animali dall’aspetto umanoide. Cole non riusciva a credere a quelle parole, era come ascoltare il trailer radiofonico di un film di fantascienza.
Josef sembrò notare qualcosa alla sua sinistra e accelerò bruscamente dirigendosi verso la fine del ponte. Quando si fermò, si voltò verso Cole e gli indicò una cabina telefonica. Egli lo ringraziò e scese di corsa dalla macchina per chiamare i suoi parenti. La linea telefonica era però guasta e tutto ciò che poté udire fu la registrazione di un messaggio di servizio. Il ragazzo ordinò a Josef di prendere l’auto e di ricongiungersi ai suoi parenti, mentre lui si recò verso un negozio dove avrebbe certamente trovato un telefono funzionante, o delle televisioni per vedere le immagini del notiziario.
Quando si avvicinò alla vetrina notò che nessuna delle persone che gli erano a fianco lo aveva riconosciuto. Era un ragazzo normale fra persone comuni, tutti colti dalla stessa paura e dalle stesse preoccupazioni. Osservò con attenzione le immagini che venivano trasmesse e il suo respiro si blocco per alcuni istanti. La telecamera di sorveglianza stradale aveva ripreso una via che dopo qualche istante fu scossa e squarciata da qualcosa di simile ad un terremoto, e pochi istanti dopo delle creature corpulente e armate emersero dalla profonda buca apertasi.
Tutti i cittadini erano abituati ad assistere a riprese spaventose durante la guerra, ma nessuno di loro aveva mai visto nulla di simile. Le creature avevano aperto il fuoco sui passanti e uno di essi era caduto a terra proprio sotto lo sguardo della telecamera. Cole sentiva di dover raggiungere al più presto i suoi genitori, e di doverli trasferire nella sua casa al sicuro da quell’inferno. Dentro di sé sapeva che quel fatto avrebbe sconvolto per sempre il mondo che conosceva, e ciò lo spaventava terribilmente.
FATTORIA MATAKI, GALANGI, ISOLE DEL SUD; SEI SETTIMANE DOPO L’ARMISTIZIO.
Bernie provava un fortissimo dolore alla gamba ogni volta che premeva con il piede la frizione del suo pickup. Il medico civile le aveva detto che doveva ritenersi fortunata per non aver perso l’arto, tuttavia avrebbe percepito un dolore simile al trauma di un’amputazione assieme ad un fastidioso prurito per qualche tempo. Quando parcheggiò il veicolo vicino alla fattoria, fu accolta da Moss che le corse incontro felice. A volte Bernie pensava che il suo cane provasse più gioia del marito, Neal, nel vederla ritornare.
L’uomo si trovava sul tetto della casa ed era intento a sistemare l’antenna della televisione. Bernie non attirò la sua attenzione per paura che potesse compiere qualche movimento brusco e scivolare, ma Neal la notò comunque. Quando la raggiunse, lei notò che le nocche delle sue mani erano lievemente insanguinate per via del freddo e del lavoro all’aperto. Neal sembrava comunque a suo agio con la faticosa gestione della fattoria Mataki. Lei riconobbe che quell’uomo era un agricoltore proprio come suo padre.
I due entrarono in casa per preparare il pranzo e Neal affermò che era arrivata una lettera con un francobollo della Lake Station. Bernie si tolse i guanti e passò le dita sulla superficie di una vecchia scrivania notando con stupore che vi era parecchia polvere. Il marito era abituato a trascurare un po’ la casa per dedicarsi al lavoro, ma lei aveva vissuto per molti anni nell’esercito, dove ogni superficie metallica della base operativa risplendeva a dovere.
La donna prese la lettera e si accorse che le era stata spedita dal fratello Mick. Subito pensò che si trattasse dell’ennesima lamentela dell’uomo che riteneva di essere stato derubato della sua eredità alla morte del padre, ma stavolta si trattava della fotografia di una neonata. La piccola, di nome Philippa Jane, era la nipote di Mick, ed egli aveva voluto condividere quel momento di gioia con la propria sorella.
Nel frattempo Neal aveva finito di preparare il pollo e Bernie poteva sentire un gradevole profumo provenire dalla cucina. Il cibo sano e casalingo era un ottimo punto a favore per la vita semplice e dura di un agricoltore.
I due si misero a tavola e Neal cercò di sintonizzare la radio sul canale di Ephyra World Service per seguire il notiziario, ma sembrava che l’intero blocco delle trasmissioni avesse subito dei guasti quel giorno.
Bernie invitò il marito a lasciar perdere e iniziare a mangiare prima che si raffreddasse, ma sentiva che egli voleva parlarle di qualcosa di importante. Neal iniziò dicendo che ora che le Guerre Pendulum erano finalmente giunte al termine, desiderava averla al proprio fianco. Aveva persino contato quanti giorni avevano realmente vissuto come coppia sposata in diciassette anni di matrimonio, e questo numero era 1372.
Bernie si difese istintivamente affermando che aveva lottato per i suoi compagni nell’esercito, e che era difficile sentirsi di nuovo parte di quel luogo. Immediatamente si rese conto che così dicendo aveva escluso il marito da quelli che definiva compagni, e si scusò per aver usato delle parole dure. Neal però le fece notare che nessuno l’aveva chiamata a seguito del suo incidente, e ora che era lontana dalla base nessuno avrebbe più chiesto sue notizie. La verità era dura da accettare e Bernie preferì non rispondere per non proseguire oltre con quella spiacevole conversazione.
Neal si alzò e iniziò a lavare i piatti mentre lei cercò di sintonizzare nuovamente la radio. In quel momento il telefono squillò ed egli si fermò per asciugarsi le mani e rispondere alla chiamata. Quando tornò nella cucina però, Bernie vide che il suo volto si era coperto di un pallore diffuso,e la sua voce tremava.
L’uomo disse che Deal, un altro agricoltore che viveva a sud rispetto alla loro posizione, si era sintonizzato sulla frequenza della capitaneria di porto, e li avvertiva di un attacco partito in diverse zone del pianeta. Bernie pensò immediatamente che si trattasse degli Indipendenti, e non credeva alle parole del marito. Egli però puntualizzò sul fatto che non si trattava degli Indi, e che non erano in realtà nemmeno umani.
NAVE CISTERNA PER IL TRASPORTO DELL’IMULSION BETANCOURT STAR, DA QUALCHE PARTE A SUD-OVEST, VICINO ALLE PENISOLE SERROGAR, UN’ORA DOPO.
Dizzy aveva finalmente deciso di smettere con l’alcool. Estrasse la propria fiaschetta e la baciò prima di lanciarla più lontano che poté nel mare scuro. Non riuscì a vedere il punto in cui cadde, ma sentì il tonfo sordo nell’acqua e si rese conto di essersi tolto un peso dalle spalle. Sarebbe finalmente tornato a casa dalla moglie Lena e dal suo figlio Richie da sobrio.
Egli preparò un paio di tazze di caffè e risalì dalla cambusa fino alla cabina di comando per incontrare Robb, lo skipper della Betancourt Star. L’uomo osservava lo schermo del radar e Dizzy gli si fece appresso posando una tazza sulla sua scrivania. Notò che anche il mare era incredibilmente calmo, come se si fosse adattato alla pace che seguiva la fine delle Guerre Pendulum.
In lontananza riusciva a notare le tre luci distintive dell’imbarcazione che segnalava la presenza di mine. Era strano non scorgere ai lati della nave la formazione compatta dell’NCOG per fermare eventuali spie nemiche sottomarine.
Rivolgendosi a Robb egli affermò che ora potevano navigare al sicuro, ma il capitano fece notare che per i prossimi venticinque anni avrebbero dovuto comunque prestare attenzione alle mine degli Indipendenti.
Dopodiché chiese a Dizzy entro quanto tempo Richie sarebbe stato congedato per tornare a casa. Egli rispose che aveva già fatto ritorno, e che gli avrebbe offerto qualcosa da bere per festeggiare. Se Lena avesse avuto però il minimo sospetto che volesse iniziarlo all’alcool, sicuramente lo avrebbe strangolato.
Dizzy aveva cercato di essere per il ragazzo un buon padre, ma non si era rivelata affatto un’impresa facile.
La nave sarebbe giunta presso la raffineria e avrebbe scaricato il carburante nel giro di un’ora, dopodiché avrebbe dovuto compilare e firmare una serie di documenti e infine avrebbe potuto prendere il treno per Ephyra per tornare a casa nel tardo pomeriggio. Egli pensò di fermarsi nel solito bar a Ogari dove solitamente prendeva qualcosa da bere per fare una pausa, ma in quel momento non riusciva a ricordare il nome del locale.
Assieme a Robb osservava l’orizzonte in attesa dell’alba, e si rese conto che era tutto estremamente calmo e rilassante. Per un secondo Dizzy vide in lontananza un bagliore, ma non seppe distinguere se si trattava del primo raggio di sole o di una fiammata di gas che fuoriusciva dalla raffineria. Egli prese il binocolo e scrutò meglio l’orizzonte e notò una piccola imbarcazione delle autorità portuali che si muoveva a gran velocità. La barca si dirigeva verso la costa e inizialmente Dizzy pensò che non si trattasse di nulla di particolare.
Dopo alcuni istanti però la sirena della Star iniziò a suonare ad un volume piuttosto alto ed egli posò il binocolo. Subito pensò che si trattasse di un guasto tecnico, e pensò di dover già dire addio alla sua settimana di riposo. Percorse velocemente la scalinata che conduceva al ponte e si recò nella sala dell’equipaggio.
Quando varcò la soglia vide che tutti stavano ascoltando una trasmissione radio. Egli riuscì a cogliere solo poche parole e comprese che erano sotto attacco. Dizzy chiese ai compagni delle spiegazioni per quello che stava succedendo, e uno di essi affermò che era ricominciata la guerra contro gli Indipendenti.
Il suo pensiero andò immediatamente a Richie e temette che il ragazzo fosse già stato richiamato alla base dopo il breve periodo di pace
La situazione tuttavia era piuttosto incerta; Ogari si trovava a diversi klick di distanza dal confine con l’UIR, e non c’era traccia né di elicotteri né tantomeno erano state avvistate delle truppe di fanteria. La città tuttavia era davvero sotto attacco e l’equipaggio poteva udire il rumore delle esplosioni in lontananza.
Uno dei membri, Dollans, ascoltava la radio con un auricolare e spiegò ai compagni che il segnale era distorto. Welson invece gridò al resto dell’equipaggio di seguirlo sul ponte poiché stavano trasmettendo un messaggio in diretta del presidente Dalyell.
Dalle sue parole i presenti capirono che l’attacco era stato compiuto da alcune creature umanoidi emerse dal terreno direttamente all’interno di diverse città su Sera. Le forze armate del COG si stavano mobilitando per affrontare la situazione e si raccomandava a tutti i cittadini di rimanere all’interno delle abitazioni. Dizzy sentì il respiro bloccarsi per alcuni istanti, e dopo aver tentato invano di chiamare a casa si rese conto che il servizio telefonico era sospeso probabilmente perché tutti stavano tentando di mettersi in contatto con i propri cari.
La situazione era precipitata dalla pace del dopoguerra ad un inferno spaventoso e macabro in pochi surreali istanti. Improvvisamente egli ricordò il nome del bar di Ogari in cui si fermava al ritorno. Si chiamava Canopus, ma ormai non aveva più alcuna importanza. Probabilmente a quell’ora l’intera città portuale era stata distrutta e avvolta dalle fiamme dei bombardamenti.