Gears of War 3 - Capitolo Cinque - Parte Due
“Ah…così puro e giusto, anche ora. Tuo padre ha sempre creduto di avere ogni risposta! Ma non ne aveva nessuna; aveva solo modi più ingegnosi per uccidere…il Martello dell’Alba, Jacinto…e ora questo. La sua arroganza alla fine lo ha ucciso!”
(REGINA MYRRAH A MARCUS FENIX)
VERSO LA TORRE DELL’HOTEL, AZURA (STRUTTURA COG TOP SECRET)
Miran Trescu conosceva molto bene il professor Fenix; era il principale responsabile della perdita di milioni di cittadini Gorasni, l’ideatore della più potente arma di distruzione di massa, ed ora stava cercando di aiutarlo affinché egli potesse attivare un altro mostruoso ordigno. Spesso si domandava cosa avrebbe pensato di lui suo padre se fosse stato ancora vivo, ma di certo non avrebbe potuto comprendere la gravità della situazione. Un tempo gli umani lottavano fra loro per questioni economiche e per il prestigio della loro nazione, ora si trattava di una guerra per la sopravvivenza della razza umana e non c’era possibilità di stringere un accordo con un organismo parassita.
Il generale invitò Marcus a proseguire nella propria missione, dopodiché diede ordine ad uno dei suoi piloti di raggiungere la posizione dei Delta per fornire loro tutto il supporto necessario. La squadra proseguiva ancora in direzione della torre dell’hotel, e Baird non riusciva a non pensare che se lui e Cole fossero stati assieme ai compagni in quel momento, forse avrebbero potuto impedire la morte di Dom. Marcus dal canto suo avrebbe dato volentieri la sua vita per lui.
Arrivati a quel punto nessuno di loro poteva più pensare ad un’alternativa, ma non vi erano certezze che la macchina avrebbe funzionato a dovere. Baird pretendeva quello che nessuno poteva dargli ovvero delle risposte. L’unica certezza era che l’Imulsion era la causa di tutto, e che la sua natura di parassita lo avrebbe portato ad infettare ogni forma di vita sul pianeta se non fossero intervenuti.
L’ascensore dell’hotel si mise in movimento e gli altoparlanti emettevano incessantemente i messaggi di accoglienza e le proposte culinarie della settimana. Marcus non sopportava più di udire quelle parole e Baird sparò un colpo di Snub all’altoparlante per farlo finalmente tacere. Finalmente raggiunsero l’esterno dell’edificio e si trovarono di fronte alla torre dell’hotel. L’ampio piazzale che li separava dalla meta tuttavia era invaso dalle Locuste pronte ad attenderli con i Mortai e con i sanguinari Bloodmount. Le creature scorrazzavano liberamente e i Beast Rider sparavano raffiche di Hammerburst in direzione dei soldati. Marcus sfrutto alcune Granate per disarcionare le Locuste e i compagni concentrarono il fuoco sulle strane bestie da soma per eliminarle.
In lontananza i Delta sentirono improvvisamente fischiare i proiettili del Mortaio, perciò corsero immediatamente in copertura distanti dal raggio d’azione. Approfittando poi del tempo per ricaricare le armi, i gears corsero rapidamente verso la posizione degli artiglieri e li eliminarono. Il piccolo bot Jack sfruttava invece la modalità stealth per non essere individuato dalle truppe nemiche, persino lui sapeva di essere una risorsa preziosa per la squadra, e di tanto in tanto interveniva bloccando i nemici con delle scosse elettriche. Le Locuste vennero spazzate via una dopo l’altra e il sergente Fenix diede ordine a Jack di forzare l’ingresso della torre che era stata preventivamente barricata dai Vermi.
Solitamente le Locuste inviavano un gran numero di squadre supporto, ma bastarono pochi istanti ai gears per capire il motivo della loro assenza. Alcune brevi vibrazioni del terreno seguirono l’emersione di 2 Stalk e, pochi istanti dopo, la piazzola dell’ingresso fu invasa dai Lambent. Le creature sapevano riconoscere gli organismi viventi e non erano interessati ad attaccare un dispositivo elettronico come jack, ma le esplosioni dei loro colpi lo avrebbero certamente danneggiato. Marcus si mise in copertura e ordinò ai compagni di eliminare velocemente gli ostili, dopodiché iniziò a sparare ai baccelli sul tronco degli Stalk per limitare il numero di Lambent da affrontare. Un gigantesco Gunker venne riversato a terra e i soldati concentrarono immediatamente il fuoco contro quest’ultimo. Le sue bombe esplosive erano in grado di infliggere danni anche ad una discreta distanza dal punto di impatto.
Marcus e i compagni lanciarono le Granate che avevano a disposizione per eliminare la creatura, e una volta uccisi anche gli altri Splendenti voltarono le spalle alla piazzetta e si addentrarono nella torre. Adam aveva seguito lo svolgersi delle vicende attraverso il contatto radio, e all’ennesima domanda di Baird sul funzionamento della macchina intervenne affermando di aver testato il raggio. Marcus non diede particolarmente peso a quelle parole, ma conosceva suo padre e sapeva che era disposto a tutto per trovare la soluzione ad un problema.
TORRE CENTRALE DI AZURA – ORE 17:02
I versi animaleschi dei Lambent risuonavano oltre il portone di ingresso della torre. Quella sottile barriera non li avrebbe certo fermati, ma avrebbe fatto guadagnare loro del tempo. Il professor Fenix si trovava rinchiuso in un laboratorio all’ultimo piano e non poteva far altro che attendere i soccorsi. Egli avvertì Marcus che la regina era in preda alla disperazione, e che avrebbe fatto di tutto per fermarli. La contromisura che Adam aveva adottato per eliminare la minaccia Lambent avrebbe colpito anche le Locuste per via della loro prolungata esposizione al patogeno. Egli desiderava apportare le modifiche necessarie per salvare la loro razza dalla distruzione, ma aveva impiegato anni per costruire il raggio e non c’era più tempo. Baird cominciava a capire quali fossero le responsabilità dello scienziato nella guerra contro i Vermi ma, per rispetto al proprio sergente, non pose le domande critiche che gli ronzavano nella mente.
Le pattuglie nemiche perlustravano costantemente l’area ed era impossibile aggirarle. Cole non aveva comunque intenzione di risparmiare alcun nemico ed era deciso a vendicare la morte di Dom a suo modo. Egli si mise in copertura e urlò a pieni polmoni che i Delta erano tornati, dopodiché sparò una raffica di Lancer contro il primo Boomer abbattendolo. I compagni lo seguirono nel combattimento e iniziarono a farsi strada verso il centro della sala. Dalle ampie finestre dell’edificio le pattuglie aeree potevano osservare cosa stava accadendo all’interno, e ben presto uno dei Reaver ruppe le vetrate e fece irruzione nella sala. Marcus sfruttò un Mortaio nemico per sferrare un colpo decisivo alla bestia, dopodiché assieme ai compagni si recò agli ascensori.
Il meccanismo dell’elevatore si era inceppato, e Baird richiamò a sé Jack per effettuare le riparazioni necessarie per proseguire. Nel frattempo Adam aprì il canale di comunicazione radio e, giunto ormai al limite, cercò di spiegare ciò che aveva tenuto nascosto per quasi vent’anni al proprio figlio. Marcus cercava di minimizzare invitandolo a concentrarsi sulla possibilità di porre fine davvero alla guerra e Baird pensò che quello fosse il momento giusto per approfondire le sue conoscenze sul funzionamento del raggio. I suoi timori riguardo al contagio continuavano ad assillarlo, e giunti a quel punto della missione era consapevole che mancava davvero poco tempo per scoprire se sarebbe sopravvissuto o meno. Non aveva tuttavia manifestato nessuno dei sintomi descritti dal professore, perciò decise di concedersi un po’ di speranza.
Gli Stalk avevano distrutto le pareti della torre e stavano avanzando verso il centro riversando a terra numerosi nemici. I Delta si misero in copertura e iniziarono a respingerli in attesa che Jack ultimasse le riparazioni. Il piccolo bot lavorava freneticamente sollecitato dagli ordini del sergente, ma i danni alla struttura erano ingenti ed era programmato per fermarsi solo quando aveva portato a termine la propria mansione. Numerosi Lambent Wretch correvano all’impazzata verso i soldati, ma bastavano pochi proiettili per innescarne l’esplosione. I Drudge al contrario erano nemici decisamente più pericolosi anche se lontani. I loro arti superiori sparavano dei proiettili esplosivi e necessitavano di molti più danni per detonare.
Finalmente il bot si fermò e tornò invisibile, segno che i gears potevano proseguire. Marcus e Anya salirono a bordo di una piattaforma mentre Baird e Cole sull’altra. I nemici continuavano a sparare raffiche di colpi contro la struttura e la piattaforma su cui si trovava Marcus iniziò a cedere. Egli urlò alla compagna di avvicinarsi al bordo e prepararsi a saltare sul tetto dell’altra piattaforma, ed ella lo seguì prima che la struttura precipitasse. Baird e Cole tenevano occupati i nemici sotto di loro e dopo alcuni interminabili minuti di attesa raggiunsero finalmente il piano superiore.
I Gears avanzarono lungo il corridoio tenendo a distanza i nemici con alcune raffiche di Lancer ma all’improvviso l’enorme vetrata delle scale della torre andò in frantumi e il Tempest guidato dalla regina entrò nell’edificio. Myrrah era in preda al furore ed era pronta ad attaccare personalmente la squadra per fermarli. Marcus ordinò ai compagni di cercare un riparo mentre la creatura iniziò ad emettere un potentissimo fascio di energia bruciante. Myrrah affermò che aveva portato fin troppa pazienza e aveva concesso al professor Fenix venti anni di sperimentazione e ricerca. I Gears non potevano fronteggiare un nemico così potente in quelle condizioni, e Marcus iniziò a proseguire verso il piano superiore restando in copertura.
Baird non poteva tuttavia ignorare le parole della regina e iniziò a chiedersi quanti segreti custodisse il professore. Qualunque fosse la verità, ormai il tempo andava esaurendosi ed egli iniziò ad escogitare un piano per liberarsi della regina. Appeso al soffitto della torre vi era un pesante contrappeso collegato al piano su cui si trovavano da alcuni spessi cavi d’acciaio. Baird spiegò quindi a Marcus cosa avrebbero dovuto fare ed egli si separò dai compagni per andare a tagliare il primo cavo con la motosega del Lancer.
I compagni si occuparono nel frattempo di quelli restanti e il contrappeso si staccò dal soffitto e cadde sul dorso del Tempest. L’edificio iniziò a tremare e i gears corsero verso l’ascensore. Adam avvertì la squadra che le Locuste stavano controllando anche gli ascensori, e che avrebbero dovuto sfruttare un portello di manutenzione per passare inosservati.
Il piano aveva funzionato e la squadra aveva raggiunto le stanze in cima alla torre senza essere stati scoperti. Marcus fece segno ai compagni di proseguire in silenzio, e una volta entrati nel primo ufficio diede ordine di aprire il fuoco contro i nemici di spalle cogliendoli di sorpresa. Il professore era vicino ma la sua stanza era barricata da un laser di sicurezza e un artigliere alla Troika difendeva la zona. I Gears aprirono il fuoco e iniziarono ad eliminare le Guardie di Palazzo dalle varie stanze dell’ultimo piano. Marcus invitò il padre a mettersi al riparo all’interno del laboratorio, dopodiché lanciò alcune granate in direzione della Troika. Quando il corridoio fu libero, i gears si recarono nelle due stanze laterali rispetto a quella del professore e disattivarono dal pannello di controllo i laser di sicurezza.
Marcus era incredibilmente nervoso all’idea di rivedere suo padre, e quando entrò nella stanza credette per un istante di essersi immaginato la sua voce alla radio. Il professore si alzò con timore da dietro la scrivania e, quando vide che ad attenderlo vi erano degli esseri umani con la divisa del COG, fu incredibilmente sollevato. Aveva pensato per anni a cosa avrebbe detto al figlio se mai lo avesse rivisto, ma le parole riaprono sempre vecchie ferite nascoste, e non c’era tempo per recuperare quello perduto. Il professore prelevò la chiave di sicurezza per l’attivazione della macchina, e disse alla squadra che il suo desiderio più grande era che tutti loro vivessero le loro vite al pieno una volta finita la guerra.
L’unico vero responsabile della guerra contro le Locuste era Adam Fenix, della sua arroganza nel ritenersi l’unico in grado di trovare una soluzione al problema Lambent. Marcus non voleva affrontare quel discorso così apertamente, ma Baird aveva ormai perso le staffe e voleva conoscere tutta la verità per poter dare un senso a tutta la fatica e la sofferenza che aveva provato.
Adam capiva il suo senso di frustrazione, e decise di consegnarli un prezioso disco contenente dati riservati sulle sue ricerche che, per una mente brillante come la sua, sarebbero valsi come risposta a tutte le sue domande.
Cole li sollecitò a darsi una mossa e a lasciare l’edificio prima che altre truppe della regina arrivassero a contrastarli. Marcus aveva l’occasione per difendere suo padre mettendo in pratica la sua grande esperienza in fatto di combattimento, e con un cenno del capo gli fece intendere di seguire i suoi ordini per uscire vivi da quel luogo.
TETTO DELLA TORRE, LUOGO DEL DISPOSITIVO DEL PROFESSOR FENIX.
Le Locuste avevano perso terreno nello scontro con i COG e la squadra aveva finalmente raggiunto la tettoia della torre dove era situato il dispositivo creato da Adam Fenix. Gli Stalk tuttavia avevano ormai invaso Azura e i Lambent scorrazzavano liberi negli edifici alla ricerca di organismi biologici da infettare. Marcus ordinò al padre di rimanere in copertura dietro una delle numerose colonne decorative della torre, dopodiché avanzò per qualche metro e aprì il fuoco contro gli Splendenti. Vi erano numerosi Drudge e Polyp a branchi in tutto il piazzale. Adam possedeva solo una vecchia Snub che tuttavia si stava rivelando davvero efficace per colpire con precisione gli arti delle creature.
Il Controllo lavorava freneticamente per coordinare le operazioni di sbarco dei Gorasni e le truppe di KR per il supporto aereo. Le comunicazioni radio si erano interrotte da tempo ma il rumore degli spari in cima alla torre centrale fece intuire agli alleati la posizione della squadra Delta.
Clay era stanco di aspettare in panchina il suo turno, perciò decise di piazzarsi alla torretta di un KR e diede ordine al pilota di raggiungere il sergente Fenix. La cavalleria era finalmente giunta per aiutarli, e in pochi istanti il fuoco della pesante mitragliatrice del KR spazzò via numerosi Splendenti.
Anche le truppe dei Vermi comunque non tardarono ad arrivare sul luogo. La contromisura non era ancora stata perfezionata e il destino della razza delle Locuste si stava combattendo in quegli ultimi istanti.
Marcus avanzò rapidamente verso il centro della tettoia seguito dai compagni per dare fuoco di copertura al padre. Adam conosceva bene la strategia delle truppe operative del COG, e al momento giusto corse verso la struttura che conteneva il macchinario evitando i proiettili vaganti.
Il software che regolava il funzionamento della macchina era estremamente complesso e poteva essere attivato solamente tramite la chiave di sicurezza posseduta dal professore. Questa era da sempre la tattica usata dal governo per la gestione delle armi di distruzione di massa.
Adam iniziò ad inserire i codici e le coordinate per il rilascio del raggio e improvvisamente Myrrah, rimasta fuori gioco per troppo poco tempo, raggiunse il tetto della torre a bordo del Tempest. Il pilota del KR, ignaro della potenza di fuoco della creatura, si avvicinò ad essa per permettere a Carmine di colpirla con la mitragliatrice. In pochi istanti il Raven fu colpito dal raggio di calore della bestia e il velivolo iniziò a precipitare sul fianco della scarpata. Marcus era impotente di fronte a quella terribile scena, e capì che da soli non avrebbero potuto eliminare Myrrah.
Adam aveva condotto per anni le ricerche all’interno della base di Azura, e sapeva quali contromisure difensive erano state adottate da Prescott. Egli si inserì nel sistema di sicurezza e abilitò i satelliti per il Martello dell’Alba, dopodiché azionò i terminali e invitò Marcus a prendere l’arma. Myrrah era in preda alla disperazione e ordinò al Tempest di distruggere la struttura del macchinario pur consapevole che quello era l’unico mezzo con cui avrebbero potuto porre fine alla minaccia Lambent. Marcus ordinò ai compagni di utilizzare il Lancer contro la creatura, poiché il Martello in quella situazione avrebbe danneggiato la macchina. Il dorso del Tempest era vulnerabile agli attacchi dei Gears e non resistette a lungo. La creatura si alzò in volo nuovamente e tornò ad attaccarli con il raggio di calore. A quel punto Marcus imbracciò nuovamente il Martello e lo colpì restando in copertura dietro uno dei terminali.
I Gears erano ormai allo strenuo delle forze e anche Myrrah urlava di dolore sotto gli attacchi del Martello. La sua resistenza aveva dell’incredibile e Adam sentiva crescere dentro di sé il rimorso e il senso di colpa per tutti i suoi sbagli e per le vite che aveva involontariamente spezzato. Finalmente il Tempest cedette e precipitò al suolo ricoperto di ustioni.
Il macchinario aveva raggiunto la piena potenza e il professor Fenix uscì dalla struttura per ricongiungersi alla squadra. Baird si ricordò improvvisamente di non aver visto in tutta la torre un solo laboratorio di analisi con delle cavie. Persino nell’ufficio del professore non vi erano teche con dei topi o altri animali comunemente usati per i test farmaceutici.
Quando vide l’espressione sul suo volto capì che qualcosa non andava, e gli chiese come avesse fatto a testare il patogeno. Adam senza pensarci troppo affermò di esserselo iniettato per studiarne il ciclo vitale. A quelle parole Marcus si sentì svuotato. Spiegò al padre che avevano visto con i loro occhi cosa era accaduto agli esseri umani infetti, ma questo il professor Fenix già lo sapeva. Il suo scopo era quello di studiare una cura e non voleva usare un altro essere umano come cavia.
Marcus non voleva accettare l’idea di doverlo perdere nuovamente ma il processo, come ben sapeva, era irreversibile. La macchina iniziò ad emanare il raggio e Adam divenne sempre più debole. Nelle sue vene scorreva un sangue infetto che si stava disgregando così come tutte le cellule del suo corpo, e prima che Marcus potesse tentare di sorreggerlo egli scomparve come una statua di cenere che cade in frantumi.
Marcus cadde in ginocchio spezzato anch’egli dal dolore e dopo alcuni istanti sentì dei passi pesanti muoversi nella sua direzione. Myrrah era strisciata lontano dal cadavere del Tempest e faticosamente avanzava verso la squadra con uno sguardo pieno di sdegno. La regina delle Locuste aveva ancora qualcosa da dire in merito a quella folle guerra; Adam Fenix si riteneva un filantropo, generoso e puro nel suo tentativo di limitare i danni collaterali, ma non aveva fatto altro che trovare modi sempre più astuti per uccidere. Sua era la responsabilità del Martello, suo il piano per l’affondamento di Jacinto e suo il raggio che infine lo aveva ucciso.
Marcus conosceva bene quel ragionamento, ma ricordava anche tutte le persone che aveva visto morire a causa delle Locuste. Fu quell’ultimo pensiero a convincerlo ad avvicinarsi alla donna, afferrarle la testa e spingerla a sé tenendo ben saldo il pugnale da commando che Dom gli aveva affidato. Poche e dure parole in ricordo di tutti quelli che lei aveva ucciso, giusto per rammentare che in una guerra le responsabilità sono condivise.