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Vi diamo il benvenuto nel primo sito multilingua completamente dedicato al mondo di Gears of War. Qui potrete trovare riassunti, guide, soluzioni, informazioni e curiosità riguardo ai quattro capitoli della saga di Epic Games e tanto altro materiale legato ai romanzi e alla serie a fumetti. Nel caso voleste fornirci consigli, richieste o semplicemente commentare una news, potete farlo attraverso il nostro Forum.


Gears of War 3 - Capitolo Due


“E’ lui… Allerta la flotta, voglio che tutti gli avamposti da qui ad Azura si tengano pronti, e facciamo in modo di non perderlo di nuovo.”

(REGINA MYRRAH DOPO AVER AVVISTATO LA SQUADRA DELTA NELLE DEADLANDS)


COSTA DI HANOVER –ORE 16:27

L’incredibile esplosione del Leviatano aveva distrutto quasi completamente non solo la Sovereign ma anche il Centennial Bridge. Cole, Baird, Clay e Sam si trovarono improvvisamente a lottare con le onde marine per raggiungere la spiaggia e, stremati, si lasciarono cadere a terra. Il pensiero comune fu che forse era meglio evitare di provocare un tale disastro per uccidere un singolo Leviatano, ma prontamente Baird fece notare che potevano dirsi in salvo solo grazie al suo intervento.

Cole tentò di mettersi in contatto con Marcus per ottenere informazioni sulla loro posizione, ma nessuno rispose alla comunicazione. Studiando la dinamica dell’impatto, Baird poteva immaginare a grandi linee dove fossero naufragati i compagni, ma al momento il problema principale era costituito da un grosso convoglio di Locuste accompagnate da un Brumak che risaliva la costa nella direzione che dovevano seguire.

Prima di rimettersi in cammino i Gears dovettero recuperare le proprie armi e cercare delle munizioni. In lontananza Baird notò un piccolo gruppo di Ticker e con sorpresa scoprì che aprendo il fuoco del Lancer su di loro, non detonavano. A differenza dei Ticker classici, questi si dirigevano velocemente verso un gruppo di munizioni lasciate incustodite e subito iniziavano ad agitare le loro zampe freneticamente per raccoglierle e portarle alle fauci. Quei piccoli mostri erano in grado di mangiarsi letteralmente armi e munizioni, rendendole inutilizzabili per i soldati. I Delta eliminarono i Ticker in fretta con le poche armi che erano riusciti a recuperare e proseguirono attraverso un’area piena di pezzi della nave che probabilmente nell’impatto erano giunti fino a quel punto.

Naturalmente ad attenderli vi erano diverse Locuste, che speravano di approfittare dell’incidente marino per infliggere un duro colpo al COG. Cole si posizionò dietro una vecchia cassa con il logo dell’ingranaggio che rappresentava il loro schieramento, e subito aprì il fuoco contro i vermi. Una volta liberata l’area, la squadra si diresse verso il luogo della collisione della nave, e Cole intravide i corpi di Marcus e Dom. Egli si precipitò a perdifiato per soccorrerli, e mentre lui e Clay aiutavano Marcus a respirare di nuovo, Sam assieme a Baird tentava di fare lo stesso con Dom.

Per pochi, interminabili secondi Dom sembrava non riprendere conoscenza, e Sam sentì all’improvviso una morsa allo stomaco. Marcus si voltò verso il compagno e lo chiamò a gran voce e finalmente Dom tossì sputando l’acqua marina che gli aveva ostruito le vie respiratorie.

Marcus si mise immediatamente in contattò radio con Anya per sapere quale fosse la sua posizione e quella di Jace. Il tenente affermò che si trovava assieme al presidente Prescott nel disperato tentativo di mantenerlo in vita. Marcus ordinò a Sam e a Clay di raggiungere immediatamente la loro posizione mentre lui e il resto dei compagni si occupavano di liberare l’area dai nemici che nel frattempo li avevano raggiunti. Le Locuste erano numerose e sembravano essersi organizzate per tendere ai Gears una trappola. Disponevano addirittura di alcune catapulte montate su mostruosi esseri simili ai Seeder.

Marcus riuscì a prendere il controllo di una di esse e mirò contro i soldati delle Locuste per annientarli con maggiore velocità. La tattica sembrò funzionare e grazie alla catapulta Marcus riuscì ad uccidere il gigantesco Brumak che seguiva il convoglio di soldati. Baird non riusciva a capire perché Marcus fosse tanto interessato a raggiungere Prescott prima che fosse troppo tardi, ma il compagno lo ammonì spiegandogli che dovevano assolutamente recuperare da lui un messaggio. Jace era rimasto solo a difendere l’area dall’avanzata delle Locuste, e scaricava furiose raffiche di Lancer contro i Vermi che tentavano di avvicinarsi troppo a loro. I Delta tuttavia presero alle spalle i nemici riuscendo così a salvare la situazione.

Anya stava tentando tutto il possibile per contenere l’emorragia sul torace del presidente, ma la mancanza di strumenti adeguati rendeva impossibile fare di più. Dom premette entrambe le mani sulla ferita di Prescott mentre Anya invitò Marcus a non essere troppo brusco in quella situazione e a non insistere più del dovuto. Per quanto Prescott fosse un uomo pieno di segreti, Anya mostrava comunque un certo rispetto e riusciva a comprendere forse meglio di Marcus i motivi delle sue continue menzogne.

Egli si avvicinò senza troppe esitazioni e chiese molto chiaramente a Richard dove si trovava suo padre. Il presidente si sforzò di spiegare esattamente cosa fosse Azura, ma le forze lo stavano lentamente abbandonando e riuscì soltanto ad afferrare una chiave per decriptare il disco dalla sua uniforme e a consegnarla a Marcus. Lì vi era custodito il resto del messaggio di Adam Fenix, mentre nel disco che Hoffman gli aveva sottratto a Vectes, erano contenute le importanti informazioni circa la posizione geografica di Azura. Baird capì immediatamente la situazione e spiegò al compagno che per sapere dove si trovava la base di ricerca, dovevano prima recarsi presso Anvil Gate e decriptare finalmente il disco.

Si trattava di una decisione difficile, resa ancora più impegnativa da un ulteriore attacco delle Locuste che nel frattempo avevano inviato i loro rinforzi. I Gears si misero prontamente in copertura e aprirono il fuoco eliminando i numerosi Droni. Il vero ostacolo da superare però era il Brumak che a passi pesanti si era avvicinato eccessivamente all’area. Ora non disponevano più di una catapulta né tanto meno dei Silverback, quindi dovettero nascondersi tra le casse e i rottami della nave per evitare di essere individuati subito.

Con attenzione i Gears uscivano allo scoperto per sparare decise raffiche di Lancer sulle mitragliatrici presenti sulle zampe della creatura fino a distruggerle, e successivamente concentrarono il fuoco sul cannone presente sul suo dorso. Una volta compromessa la sua arma principale, il Brumak fu coinvolto dall’esplosione di quest’ultima e morì istantaneamente.

Ora non restava che trovare un lettore dati per comprendere il contenuto del messaggio di Adam. Baird riuscì ad estrarre buona parte dei dati e grazie al suo intervento i Delta appresero che Adam era tenuto prigioniero sull’isola di Azura per ordine di Prescott e compiva delle ricerche sul fattore patogeno Lambent. Marcus non riuscì a sopportare il peso della notizia, ed essendosi bloccato il messaggio per un errore di lettura, scaricò la sua rabbia sul macchinario sferrando un pugno deciso che lo arrestò di colpo. Aveva trascorso 4 anni nel CPSE Hesketh a causa della sua diserzione, convinto di aver fallito nel tentativo di salvare il padre e con il rimorso per la morte dei soldati che lo stavano attendendo invano per proseguire la missione. Ora tutto aveva il sapore amaro della menzogna, e Marcus era seriamente intenzionato a riprendere il controllo della situazione.

Egli chiese pertanto a Sam quale fosse la strada più breve per raggiungere la sua terra natale: Anvil Gate, e la ragazza rispose che avrebbero dovuto affrontare le Deadlands, un terreno quanto mai ostile e certamente abitato da numerosi nemici. Marcus ordinò a lei, Anya e Jace di rimanere presso la Sovereign per coordinare il recupero dei sopravvissuti, mentre la vecchia squadra Delta si preparava ad affrontare il viaggio.



DEADLANDS DI SERA – ORE 17:04

I Delta scorsero in lontananza delle fiamme, e quando vi si avvicinarono scoprirono che si trattava della chiatta nemica che avevano abbattuto. Baird si precipitò alla ricerca di pezzi di ricambio, generatori e quant’altro potesse tornare utile per le riparazioni, mentre un gruppo di Ticker Savage, i Chomper, si aggiravano nell’area per cibarsi di qualche gustoso pezzo di macchinario. Marcus improvvisamente avvistò nel cielo un’altra chiatta nemica, un Gas Barge, e affermò che avrebbero potuto servirsi di una di quelle per raggiungere Anvil Gate. I Gears si misero in cammino seguendo con lo sguardo il velivolo in attesa di vederlo atterrare.

Si erano ormai addentrati nelle Deadlands e potevano già scorgere i primi segnali che quello non era un posto particolarmente ospitale. Baird notò una gabbia appesa ad un arbusto morente ma non riuscì a capire cosa contenesse. La chiatta era ormai prossima ad atterrare e i Delta affrettarono il passo per non perdere l’occasione. Quella terra tuttavia era abitata principalmente dalle Locuste, e pochi istanti dopo sentirono delle vibrazioni nel terreno. Qualcosa sotto di loro si muoveva rapidamente da una direzione all’altra alzando un gran polverone.

All’improvviso la creatura uscì allo scoperto per attaccare e i Gears scoprirono che si trattava di un esemplare ancora giovane di Corpser. La sua dimensione più ridotta non lo rendeva tuttavia un nemico meno pericoloso. Marcus ordinò immediatamente ai compagni di separarsi e mantenersi sempre in movimento per non essere afferrati dalle sue zampe taglienti come rasoi. Baird notò che erano corazzate, mentre l’unico punto debole della creatura era la testa. Marcus lo attirò verso di sè con delle brevi raffiche fino a fargli alzare le zampe per attaccare, e finalmente i compagni concentrarono il fuoco sugli occhi e sulla testa del piccolo mostro abbattendolo.

Non passò molto tempo tuttavia prima che arrivassero anche le unità di assalto dell’esercito delle Locuste. Ad attenderli sotto la sabbia rovente vi erano infatti numerosi Droni e Granatieri Savage accompagnati da un Grinder e un Savage Boomer. Il territorio era disseminato di nemici, che rapidamente sbucavano dal terreno come sospinti da una corrente sotterranea. Marcus riuscì a sottrarre una Clever da una Guardia Theron e utilizzò quest’ultima contro gli altri nemici risparmiando così un bel po’ di munizioni. L’arma era estremamente affilata e potente, ma era impossibile portarla con sé e muoversi con l’agilità necessaria, per cui l’abbandonò a terra, certo che ne avrebbe incontrate altre lungo il cammino.

Marcus e Dom aprirono un pesante portone costruito dalle Locuste che separava l’area dal resto della vallata, e proseguirono assieme a Baird e Cole attraverso un sottile sentiero. In lontananza però una sentinella aveva notato le loro armature da COG, e aveva dato ordine alla catapulta di aprire il fuoco contro di loro. I Delta iniziarono a correre nella speranza che un bersaglio mobile desse loro maggiori difficoltà, e fortunatamente riuscirono ad avvicinarsi abbastanza da uscire dal campo visivo del tiratore. Ben presto si trovarono coinvolti in un nuovo scontro e dovettero mettersi al riparo e procedere con molta attenzione.

Una volta preso possesso della catapulta, Marcus ruotò il gigantesco Siege Beast in direzione dei rinforzi nemici e aprì il fuoco annientandoli in pochi istanti. Eliminati anche i nemici rimasti, i Gears notarono che le Locuste avevano stabilito un vero e proprio accampamento, accumulando munizioni e arsenale da combattimento per stabilire una nuova base. I Gears si appropriarono di alcuni caricatori di munizioni e proseguirono attraverso uno stretto passaggio scavato nell’arida roccia, che conduceva alla vallata vicina.



DEADLANDS DI SERA, PERIMETRO ESTERNO DELLA FORTIFICAZIONE

Baird osservava l’immensa vallata disseminata di gallerie e roccaforti scavate nella roccia dall’esercito delle Locuste, domandandosi come fosse possibile che il COG non fosse a conoscenza della loro nuova locazione. I Vermi erano decisamente molto abili a ricostruire un regno anche nelle condizioni più estreme. Marcus fece notare al gruppo che la chiatta che stavano seguendo era ormai giunta a destinazione e stava per atterrare. Quello era il momento giusto per dirottarla verso Anvil Gate, perciò Baird si costrinse a interrompere i propri pensieri sulle abilità del loro nemico, e seguì il resto del gruppo su una piccola piattaforma di sollevamento che fungeva da ascensore per giungere alla zona sottostante.

L’area era disseminata di sentinelle, pronte a richiamare le truppe dell’esercito suonando un grande corno da caccia. Dom avvistò la prima in lontananza e invitò i compagni ad eliminarla prima che potesse chiamare a sé un numero molto più cospicuo di compagni. Dovevano prestare la massima attenzione per non essere scoperti e finire in un’imboscata. Fortunatamente il vento che soffiava costantemente fra le aride rocce sollevava grandi quantità di sabbia che contribuiva a creare una certa foschia e a renderli meno visibili ai nemici.

Marcus si avvicinò al secondo posto di blocco riparandosi dietro alcune casse di munizioni dove trovò un Longshot. Grazie al fucile riuscì ad eliminare da una grande distanza le restanti sentinelle. L’unico modo per addentrarsi nell’accampamento era sfruttare l’entrata laterale dalla quale era uscito un piccolo manipolo di soldati di pattuglia. I Gears attaccarono le Locuste liberando l’area senza troppe difficoltà, dopodiché si addentrarono nella struttura. Gli archi e i cancelli che delimitavano la struttura erano ornati con gli stessi simboli che avevano osservato nel Nexus durante la loro missione. Anche loro come il COG dovevano essere molto orgogliosi della loro divisione e della loro civiltà. Baird non cessava mai di sorprendersi di questo fatto.

I Gears fecero rifornimento con le munizioni che trovarono all’interno di un’ampia grotta illuminata qua e là da alcune fiaccole. Successivamente raggiunsero un pesante portone in legno e ferro battuto che conduceva al complesso principale. Qui i Delta notarono una serie di Clever appoggiate alla parete assieme a qualche piccone, probabilmente utilizzato dai Miner per scavare le ampie gallerie. In lontananza Dom sentì fischiare i proiettili di una torretta, e subito comprese che dovevano trovarsi nel cuore dell’accampamento. I vecchi Lancer montati in serie per costruire le mitragliatrici erano poco precisi, ma estremamente potenti. I Delta si nascosero dietro alcune barriere e, cercando di aggirare l’artigliere, aprirono il fuoco.

Vi erano tuttavia numerose Locuste che tentavano di rallentare l’avanzata della squadra attaccandoli direttamente, e il territorio era disseminato di torrette per il controllo dell’area. Marcus ordinò ai compagni di non separarsi per nessun motivo, per evitare di essere circondati, e avanzò piano mantenendosi sempre al riparo dai colpi degli artiglieri. L’operazione richiese un grande sforzo e numerosi proiettili di tutte le armi che avevano a disposizione, ma i Delta potevano contare sul fatto che quelle munizioni incustodite offrivano loro un ottimo supporto per eliminare tutti i nemici nella loro stessa base.
Finalmente poterono raggiungere la leva che apriva la strada alla zona delle trincee, dalla quale sarebbero potuti giungere alla Chiatta e proseguire il loro viaggio.



ALVEARE DI SUPERFICIE DELLE LOCUSTE SAVAGE, DEADLANDS – ORE 18:00

La distanza che li separava da Anvil Gate era ancora considerevole, e i Delta dovevano trovare alla svelta una Chiatta da dirottare per proseguire più velocemente. L’ultimo contatto radio che avevano avuto con la roccaforte risaliva a più di un anno prima, e non potevano avere la certezza che Hoffman fosse ancora vivo. Dom sperò in cuor suo che il colonnello fosse vivo. Egli assieme a Marcus costituiva l’ultima traccia del passato prima dell’E-Day, quando ancora gli umani combattevano contro esseri della loro stessa specie per questioni politiche, non per la sopravvivenza.

Il complesso di trincee costruite dall’esercito delle Locuste era davvero impressionante, e i Gears potevano sfruttarle per mantenersi al riparo da sguardi indiscreti. In lontananza videro un’altra Chiatta volare ad un centinaio di metri sopra di loro, e subito compresero che quest’ultima non era prossima all’atterraggio, ma aveva il compito di colpirli dall’alto con delle raffiche di Mortaio.

Marcus urlò ai compagni di correre immediatamente al riparo nella prima trincea, e iniziò a correre a perdifiato in direzione dell’entrata. La pioggia di frammenti esplosivi cadde a pochi metri da loro provocando un rumore assordante. Marcus riuscì ad individuare un secondo bunker poco più avanti, e tese l’orecchio per capire quando sarebbe arrivata la successiva scarica. Nei pochi attimi di silenzio prima che il gigantesco proiettile iniziasse a fischiare nel cielo, i Delta uscirono allo scoperto e corsero velocemente verso il successivo riparo.

Fortunatamente la Chiatta deviò direzione e si allontanò dall’area dei bunker, probabilmente perché le Locuste che la manovravano erano ormai certe di aver eliminato la squadra e non volevano sprecare troppe munizioni per soli quattro uomini.
Una volta usciti dal sistema dei bunker, Dom notò che la Chiatta che stavano seguendo era effettivamente atterrata su una torre di controllo, e l’unico modo che avevano per impossessarsene era eliminare i nemici che controllavano la struttura. Marcus era pronto a lanciarsi nel combattimento, ma doveva essere certo prima di poter effettivamente usare la Chiatta per raggiungere Anvil Gate. Baird lo rassicurò affermando di aver prelevato sulla costa il suo sistema di navigazione, e di averlo programmato con le coordinate del forte.

I Delta controllarono i loro fucili, dopodiché avanzarono tenendosi al riparo dietro alcune barriere per poi aprire il fuoco contro i primi nemici alla base della torre. Dopo essersi resi conto tuttavia di essere un bersaglio troppo scoperto all’esterno, Dom propose di tornare in trincea e di proseguire al coperto per non essere uccisi nel giro di un’ora. La squadra si diresse quindi verso il pesante portone che chiudeva la zona sotterranea e si addentrarono nella gigantesca caverna.

Cole notò immediatamente i numerosi Ticker rinchiusi nelle gabbie, e iniziò a chiedersi a cosa servisse quel luogo. Ai Delta bastò avanzare di qualche metro più in profondità per scorgere una gigantesca struttura di montaggio dell’esplosivo sulle piccole creature. Le Locuste si servivano di queste armi biologiche per far saltare in aria i bersagli a terra, ma prima di poterli usare dovevano agganciare sul loro dorso un piccolo quantitativo di esplosivo.

Naturalmente vi erano alcune Locuste addette a questo tipo di lavoro, che non appena videro i Gears imbracciarono i loro fucili e aprirono il fuoco per difendere quell’assurda fabbrica di armi. Marcus mirò ad un Ticker agganciato ad una carrucola sul soffitto e sparò al meccanismo per farlo scattare, così da far cadere il malcapitato proprio sopra la Locusta operaia. I compagni imitarono subito quella strategia e avanzarono nel complesso velocemente fino a raggiungere una sala circolare apparentemente vuota. Alle loro spalle i Delta sentirono un clangore metallico, e videro un Savage Granadier che chiudeva una saracinesca per bloccarli all’interno della stanza. La Locusta ridacchiava tra sé mentre attuava quella strana trappola, e Marcus per tutta risposta mirò fra le sbarre con il suo Lancer e colpì il disgraziato mentre cercava di svignarsela.

Dopo alcuni istanti i soldati percepirono delle vibrazioni violente nel terreno, e un paio di zampe corazzate uscirono dalla superficie cercando di attaccarli. Si trattava di un altro giovane Corpser, e i Delta non potevano evitare lo scontro in nessun modo. Prestando attenzione a non essere bloccati dalla creatura mentre emergeva, essi aprirono il fuoco cercando di mirare alle sue parti vulnerabili. Vedendo che il piccolo mostro non era sufficiente a metterli fuori combattimento, le Locuste inviarono delle truppe all’interno della sala cercando di prenderli alle spalle. Dom segnalò la posizione dei nemici ai compagni e subito si guardò attorno per cercare una copertura dalla quale potesse anche attaccare.

Una volta eliminati i pochi soldati delle Locuste, i Delta si incamminarono attraverso il varco aperto dalle truppe di supporto e proseguirono lungo la galleria. La strada sembrava portare ad un vicolo cieco, ma osservando più attentamente Marcus notò che vi era una scala grazie alla quale era possibile raggiungere l’area superiore.
Dom detestava combattere contro le creature delle Locuste, poiché a differenza dei soldati, queste attaccavano in modo ravvicinato ed erano totalmente imprevedibili. Mentre saliva i pioli della scala si augurava di non incontrare qualcosa di terribile, e la vista che gli si stagliò di fronte confermò ogni suo timore. Si trattava di una gigantesca caverna, scavata probabilmente da un esemplare adulto di Corpser, ma ciò che lo sorprese maggiormente furono le numerose uova che vide sul terreno a pochi metri di distanza l’una dalle altre.

Baird non sembrava particolarmente preoccupato da quella visione, e preferì scherzarci su per non affrontare la realtà dei fatti. Una delle uova iniziò a schiudersi, forse perché il cucciolo al suo interno aveva percepito la presenza degli umani, o forse perché per lui era giunto il momento della nascita, ma in ogni caso ai Delta non servì molto tempo per capire che da qualche parte in quella grotta doveva esserci anche la madre. Il piccolo Corpser avanzava faticosamente sul terreno cercando di abituarsi al nuovo mondo che lo circondava, e bastò il suo flebile richiamo a risvegliare la madre. Improvvisamente la grotta fu pervasa da un potente grido, e di rimando anche le altre uova iniziarono la schiusa.

I Gears non potevano più indugiare, se avessero lasciato che tutti i piccoli uscissero dalle uova, ben presto si sarebbero trovati ad affrontare un intero esercito di ragni dalle zampe affilate. Marcus ordinò ai compagni di aprire il fuoco alla svelta per poter fuggire, e i compagni iniziarono a colpire le uova e i piccoli già nati con brevi raffiche di Lancer. Quella strategia tuttavia fece a dir poco infuriare la madre, che uscì dalla propria tana spinta da un incredibile istinto di protezione materna. La creatura era davvero enorme e con la sua altezza faceva sembrare quel luogo decisamente meno spazioso.

Doveva trattarsi tuttavia di un esemplare ancora allo stato brado, poiché non possedeva alcuna corazza protettiva. Baird invitò i compagni a sparare ai quattro occhi del Corpser così da neutralizzarlo, e subito i compagni cercarono delle strategie per avvicinarlo senza essere colpiti. La creatura colpì con forza il terreno per provocare una vibrazione tale da richiamare degli esemplari più giovani ad aiutarla. I Gears dovevano continuamente correre attraverso la caverna per non essere circondati e uccisi, mentre con il Lancer mantenevano la mira sugli occhi della femmina.

Il combattimento fu estenuante e il Corpser sembrava non voler cedere. Una volta accecato, iniziò a correre all’impazzata andando a sbattere contro le pesanti pareti di roccia che sostenevano la grotta. Marcus urlò a pieni polmoni ai compagni di correre all’esterno prima del crollo. Con un ultimo, disperato sforzo i Gears riuscirono a mettersi in salvo mentre il Corpser rimase schiacciato sotto tonnellate di pietre.

Dom impiegò qualche istante per riabituare i propri occhi alla luce del sole, e in lontananza vide numerosi Gas Barge che volavano a pochi metri dal suolo. Cole emise un grido entusiasta pensando che ormai i loro problemi erano finiti, ma qualche istante dopo nel cielo apparve un’altra creatura che si fermò in volo come in attesa di trovare qualcosa. I Delta non capivano di cosa si trattasse quando all’improvviso sul dorso della creatura si alzò il busto della regina Myrrah. La donna li stava osservando da lontano cercando di capire se quello che aveva visto era davvero Marcus Fenix. Non appena riconobbe il suo sguardo glaciale, ordinò ai propri scagnozzi di avvertire tutti gli avamposti che li separavano da Azura per impedire loro di proseguire.

La reazione dei Gears fu un misto di stupore e sdegno. Avevano sacrificato numerosi soldati e faticato enormemente per riuscire ad affondare i tunnel del Nexus, ma ora quella missione appariva sempre più distintamente come un gigantesco buco nell’acqua. Le Locuste non solo si erano riorganizzate in superficie, ma avevano ancora la loro regina pronta a guidarli. Marcus tuttavia poteva ancora riservarsi il diritto di vendicarsi personalmente, e questo in fondo non gli dispiaceva affatto.

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