Gears of War - Epilogo
“Non riescono a capire…non sanno perché abbiamo iniziato la guerra Non possiamo fermarci; non ci fermeremo…perché continueremo sempre a combattere, fino alla vittoria, o alla morte. E non siamo ancora morti…”
(REGINA MYRRAH DELL’ORDA DELLE LOCUSTE, DOPO L’ATTACCO CON LA LIGHTMASS.)
A BORDO DEL TRENO TYRO PILLAR, TIMGAD VALLEY. EPHYRA.
Marcus e Dom osservavano il corpo di RAAM accasciato a terra in una pozza di sangue, e con uno sguardo d’intesa si comunicarono un profondo senso di soddisfazione.
Il Raven che aveva fornito loro supporto si avvicinò per permettere a Dom di salire a bordo aiutato dal colonnello Hoffman, mentre Marcus si avvicinò alla bomba per inserire i dati raccolti nel laboratorio di suo padre.
Aprì quindi il pannello che custodiva i comandi di attivazione dell’ordigno e lo attivò. Il treno correva ad una velocità elevata ed era ormai vicino alla rottura del ponte che si estendeva sopra una gola profonda traboccante di Imulsion.
Il pilota del Raven avvertì il Controllo di rimanere in attesa poiché l’operazione di recupero stava creando diverse difficoltà.
Le arcate di sostegno del ponte infatti impedivano al pilota di affiancarsi al treno per far salire a bordo anche Marcus.
Ormai non rimaneva più tempo e con una manovra estremamente rischiosa, il Raven si affiancò al treno nell’ultimo tratto prima dell’interruzione e Dom si sporse dal portellone urlando all’amico di saltare.
Marcus fece forza sulle proprie gambe e saltò afferrando la mano del compagno, e il pilota sollevò il velivolo per allontanarsi dall’esplosione imminente. Il treno precipitò nella gola e sprofondò nell’Imulsion lasciando cadere la Bomba Solare.
Essa era costituita da otto missili indipendenti che a contatto con la sostanza liquida si sganciarono dalla struttura che li conteneva e partirono in direzioni diverse andando a colpire tutta la zona circostante.
L’esplosione fu notevole e distrusse i tunnel scavati dai Vermi in tutta la vallata.
Dom teneva strette fra le sue mani quelle del compagno per non lasciarlo cadere, ma da solo non riusciva a sollevarlo a bordo del Raven.
Hoffman si sporse quindi a sua volta dal portellone e gli offrì la sua mano per aiutarlo.
Finalmente il sergente fu in salvo e insieme al resto della squadra si allontanò verso Jacinto. Il compimento di quella missione aveva riempito tutti di una grande speranza: quella di non dover più fuggire per il resto della vita dall’Orda delle Locuste, e di poter vivere senza combattere ogni giorno.